ATG e il futuro del giornalismo nella Svizzera italiana

Calo delle entrate pubblicitarie, pubblico giovane che spesso si distanzia dall’informazione classica, condizioni di lavoro in costante calo e un contratto collettivo di lavoro che manca da ormai quasi 20 anni. E a tutto ciò va aggiunta anche la politica, che dimostra sempre più, perlomeno una parte di essa, una costante insofferenza nei confronti del nostro lavoro, la recente decisione del Parlamento che accorda maggiore potere ai giudici nel bloccare la pubblicazione di un’inchiesta è lì a dimostrarlo.

Dall’assemblea è scaturito l’invito a esprimere il nostro malcontento e a rendere attenta l’opinione pubblica sui rischi che questa situazione potrebbe provocare. Il comitato ATG rifletterà a breve sul da farsi e su come organizzare tutto questo per ribadire con forza un concetto basilare: il giornalismo è uno degli strumenti che permettono ad una società di confrontarsi e al dibattito pubblico di essere vivace e visibile. Valori fondamentali per la vita democratica di un Paese. Se tutto questo viene costantemente fragilizzato le conseguenze sono dietro l’angolo: perdite dalla pluralità dell’informazione, calo della libertà di stampa – del resto segnalato da analisi svolte su scala internazionale –  e meccanismi democratici che rischiano di incepparsi.

Per questo motivo la nostra assemblea ha votato all’unanimità una risoluzione, che trovate in allegato. Un invito alla politica ticinese a elaborare un pacchetto di aiuto in favore dei media e un’esortazione agli editori affinché nel nostro settore torni ad esserci un contratto collettivo di lavoro. Una grave lacuna che porta pregiudizio alle condizioni di lavoro e questo a lungo andare rischia di intaccare la qualità di quanto il giornalismo ticinese porta in pagina o in onda ogni giorno. Ne va anche del futuro della nostra professione, dei nostri posti di lavoro e in definitiva anche delle nostre testate!

Risoluzione

Aiuti ai media e Contratto collettivo di lavoro

L’assemblea dell’Associazione Ticinese dei Giornalisti, visto l’aggravarsi della situazione finanziaria dei media in Ticino a causa del calo della pubblicità e dei cambiamenti strutturali intervenuti negli ultimi anni, e al fine di preservare il più possibile il pluralismo della stampa, condizione essenziale di ogni società democratica, sollecita il Gran Consiglio ad approvare la mozione del 17 febbraio 2020 presentata da Lorenzo Jelmini e cofirmatari “Sostegno ai media locali: per un’informazione a km 0” e a proporre, sull’esempio di altri cantoni svizzeri, un pacchetto di aiuti ai media cantonali.

ATG sollecita altresì la deputazione ticinese alle camere ad appoggiare il nuovo pacchetto di aiuti federali specifico per i piccoli media, attualmente in gestazione.

Inoltre, confidando in una rapida adozione di tali provvedimenti, l’Assemblea ATG chiede agli editori ticinesi di sostenere le trattative in corso in Svizzera tedesca tra le Associazioni professionali dei giornalisti e Schweizer Medien per l’adozione di un Contratto collettivo di lavoro che manca ormai dal lontano 2004. Se tali trattative non dovessero avere un esito positivo, una volta approvati gli aiuti cantonali invitiamo gli editori ticinesi ad aprire una trattativa per l’approvazione di un Contratto collettivo di lavoro a livello regionale. Il degrado delle condizioni di lavoro dei giornalisti in Ticino, soprattutto degli indipendenti, rende non più rinviabile l’adozione di un nuovo Contratto collettivo che garantisca la possibilità di vivere dignitosamente con questo mestiere. Da troppo tempo la categoria assiste impotente al calo delle retribuzioni dei freelance, giunte ad un livello tale da rendere impraticabile la professione senza l’assunzione in forma stabile in una redazione.

L’ATG infine guarda con estrema preoccupazione alla recente modifica del Codice di procedura civile svizzero che potrebbe incidere sulla libertà dei media. L’ATG si farà promotrice di azioni volte a difendere tale libertà.